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La complessità è il vero nemico di Linux

 
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Autore Messaggio
vinz
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Registrato: 12/12/03 12:56
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MessaggioInviato: Gio Mag 12, 2005 11:14 am    Oggetto: La complessità è il vero nemico di Linux Rispondi citando

Vi segnalo un articolo interessante sul tema:

Non saranno ne' i problemi di copyright sollevati da SCO ne' la pubblicita' negativa di Microsoft a far rallentare l'adozione di Linux da parte delle aziende nei prossimi due anni. Secondo Gartner Group, i piu' grandi ostacoli alla penetrazione del sistema operativo del pinguino saranno quelli che deriveranno dalla complessita' dei processi applicativi aziendali. Secondo George Weiss, analista della societa' di ricerca, “l'avanzata di Linux verso i datacenter delle aziende potrebbe essere rallentata da cinque problemi: il primo e' rappresentato dalla frammentazione dovuta alla distribuzione di codice sorgente da tante fonti diverse; il secondo e' che l'aumento dei carichi di lavoro potrebbe provocare un aumento dei costi di supporto e cio' implicherebbe un incremento del costo totale di possesso; il terzo e' che le licen ze dei software liberi potrebbero diventare troppo complicate da gestire; il quarto e' che i continui aggiornamenti, tipici delle applicazioni open source, potrebbero creare dei problemi di compatibilita' con le sedi decentrate o esterne; il quinto e' che i possibili problemi di copyright e brevetti potrebbero generare una maggiore preoccupazione nelle grandi aziende nella gestione dei rischi.” L'analista ha poi osservato che, nonostante i potenziali ostacoli, le stime indicano che sempre piu' aziende, specie le piu' grandi, metteranno Linux al centro delle proprie strategie. Secondo i dati di un recente sondaggio condotto da Gartner Group, il trentuno percento delle aziende userebbe Linux come sistema per il networking; il diciotto percento come web server, data center o come piattaforma per le applicazioni mission critical; il tredici percento come application server e il dodici percento come cluster.

Sono quasi completamente d'accordo con i cinque punti citati nell'articolo, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle licenze libere e i frequenti aggiornamenti del software open source.

Se dal punto di vista "domestico", avere frequenti aggiornamenti può essere positivo, mettendomi il cappello di responsabile ICT, mi verrebbe male aggiornare decine di postazioni con la nuova minor minor realese di un prodotto software.

Esistono ottimo prodotti open-source (MySQL, phpMyAdmin, PostgreSQL, Linux, ...), ma credo che più che a livello commerciale, l'open source sia utile a livello didattico.
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Ghisa
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MessaggioInviato: Gio Mag 12, 2005 11:36 am    Oggetto: Rispondi citando

Che dire...
(analisi presente nell'articolo + analisi vinz)= Analisi toga!
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abaddon
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MessaggioInviato: Gio Mag 12, 2005 11:59 am    Oggetto: Rispondi citando

beh concordo sui vari punti, l'unico che mi sembra un po tirato è quello degli aggiornamenti... non sei obbligato ad aggiornare le macchine... se il programma che usi funziona bene così com'è che motivo c'è di mettere un nuovo aggiornamento, gli aggiornamenti li fai se le nuove release hanno delle funzionalità che ti servono o fixano dei bachi di sicurezza... quindi un Sysadmin quando configura la macchina poi non la tocca piu' soprattutto sui pc desktop, su quelli anche se esce un baco di sicurezza sul programma pinco pallo copo ti importa, negli ambienti lavorativi sei comunque meno esposto ad internet, mentre nelle macchine mission critical le tocchi solo se c'è qualche fix di sicurezza. Anche io al lavoro le 2 macchine che gestisco le aggiorno solo quando serve, è da pazzi aggiornarle sempre, rischi solo di introiarle.

L'idea dell'aggiornamento e della corsa all'ultima versione è ancora una visione distorta dei software generata da MS perchè quella buona donna di società ti dice che se hai solo Office2003 non sempre riuscirai a leggere i documenti scritti con Office2004... a meno di non salvarli in un certo modo... (e qui gli utonti vanno in delirio) e ditemi voi che sostanziali modifiche ci sono tra le 2004 e la 2003.....
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