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[Alberoni] Due modi diversi di comandare

 
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Autore Messaggio
vinz
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MessaggioInviato: Mar Feb 07, 2006 2:50 pm    Oggetto: [Alberoni] Due modi diversi di comandare Rispondi citando

Anche questo lunedì, Francesco Alberoni ci fa riflettere con un suo articolo.

Come destreggiarsi tra due modi diversi di comandare
di Francesco Alberoni

Vi sono delle persone che, in qualsiasi ambiente sociale vengano messe, dopo un certo periodo di tempo diventano dei capi. Ma possono farlo in modo totalmente, radicalmente opposto. Le persone del primo tipo si impongono, senza nemmeno che gli altri se ne accorgano, perché sanno risolvere problemi che appaiono insolubili, vedono possibilità dove sembra non ci sia nulla da fare, inventano soluzioni a cui nessuno ha mai pensato, indicano una meta vincente. Inoltre, sanno parlare, sanno trattare con la gente, sanno convincerla, motivarla, elogiarla e rimproverarla in modo equo.

E, nei momenti di pericolo, non scappano, affrontano il nemico e le difficoltà senza paura. Guai al generale che si mostra incerto e dubbioso. Per questi motivi la gente si rivolge a loro, li ascolta, li segue. Questo tipo di capi naturali puoi metterli in mezzo a un deserto, da soli, e dopo poco avranno raccolto attorno a sé una banda, organizzato un villaggio, una scuola, una impresa turistica, ma qualcosa avranno fatto. Non è detto poi che conservino a lungo il loro potere. Alcuni si battono per farlo. Altri, pensiamo a Garibaldi, finita l'impresa, lasciano. Il secondo tipo di persone che diventano sempre dei capi sono esattamente l'opposto delle prime. Mentre queste sanno creare dal nulla le cose, costoro invece hanno bisogno che esista una struttura, una impresa, un ente, una fondazione, una qualsiasi entità in cui ci siano delle cariche da occupare.

E allora a poco a poco danno la scalata, con alleanze, intrighi e tradimenti, aiutando uno ad arrivare in un certo posto, facendo un favore a un secondo, ricattando un terzo, diffamando o minacciando chi giudicano pericoloso, corrompendo gli altri, finché non riescono ad avere la nomina desiderata. Allora eliminano immediatamente tutte le persone autonome, capaci di pensiero indipendente e si circondano di complici. Non gliene importa nulla di come funziona ciò che governano, gli interessa solo tenere stretto, non mollare il potere conquistato. Naturalmente le persone di questo tipo si trovano più facilmente nel settore pubblico o para-pubblico, perché nelle imprese private presto o tardi devono rendere conto dei risultati. Naturalmente fra questi due casi estremi vi sono tutti i casi intermedi. Però è bene ricordare i tipi puri perché, quando incontrate una persona ad un posto di comando, domandatevi sempre se si avvicina più al primo tipo o più al secondo. È utilissimo saperlo.

La versione originale dell'articolo è reperibile sul sito de "Il Corriere della Sera" all'indirizzo http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/Alberoni/2006/02_Febbraio/06/albe060206.shtml
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maurizio
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MessaggioInviato: Mar Feb 07, 2006 3:22 pm    Oggetto: Rispondi citando

Giusta riflessione! Wink

Mi ha colpito di questo articolo quando l'autore dice che i capi "del secondo tipo" si trovano sopretutto nel pubblico, perchè possono disinteressarsi dei risultati, cosa che nel privato non avviene.

Credo che non ci siano rimedi non utopistici per questi problema! E' tutta questione di cultura e buon senso...
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Omino Na
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MessaggioInviato: Mar Feb 07, 2006 3:34 pm    Oggetto: Re: [Alberoni] Due modi diversi di comandare Rispondi citando

Riflessione sensata ma banale (ma da Alberoni ho imparato a non attendermi nulla di nuovo). Ingenua o in malafede soprattutto quando afferma che

...naturalmente le persone di questo tipo si trovano più facilmente nel settore pubblico o para-pubblico, perché nelle imprese private presto o tardi devono rendere conto dei risultati.

poiché se persone che

con alleanze, intrighi e tradimenti, aiutando uno ad arrivare in un certo posto, facendo un favore a un secondo, ricattando un terzo, diffamando o minacciando chi giudicano pericoloso, corrompendo gli altri, finché non riescono ad avere la nomina desiderata

sono sicuramente presenti nei posti pubblici, essendo però il settore privato *per definizione* gestito da un certo numero di persone, e quindi direttamente influenzato dal loro modo di pensare, è chiaro che i "capi" che

eliminano immediatamente tutte le persone autonome, capaci di pensiero indipendente e si circondano di complici

si possono trovare altrettanto numerosi (ed è chiaro che esempi non scarseggiano), quando non in misura ancora maggiore, nel settore privato.

Questa (a mio avviso) ingenuità compromette il banale ma giusto ragionamento sulle diverse tipologie di leadership.
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vinz
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MessaggioInviato: Mar Feb 07, 2006 6:06 pm    Oggetto: Rispondi citando

Abbiamo già detto in passato che le riflessioni di Alberoni spesso non sono "roba nuova", ma non per questo sono inutili.

Per quanto riguarda l'affermazione sul pubblico-privato: anche dal mio punto di vista è un po' forzata ed "estrema".

Il significato che bisogna darle per me è: nel pubblico, è difficile che qualcuno ti chieda di presentare risultati sugli utili, e quindi anche persone dotate solo di capacità politiche posso raggiungere cariche elevate.
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Omino Na
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MessaggioInviato: Mer Feb 08, 2006 3:02 pm    Oggetto: Rispondi citando

vinz ha scritto:
Il significato che bisogna darle per me è: nel pubblico, è difficile che qualcuno ti chieda di presentare risultati sugli utili, e quindi anche persone dotate solo di capacità politiche posso raggiungere cariche elevate.

Sì, quanto dici tu ha più senso. Ma non è quello che scrive Alberoni.
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