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Estevan Utente adolescente


Registrato: 28/12/03 21:12 Messaggi: 310 Residenza: Sant'imbù Al d'emagna
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Inviato: Mer Giu 07, 2006 7:22 pm Oggetto: Il decalogo della riforma costituzionale |
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visto che si parla di referendum ho postato le principali riforme costituzionali.
Invito tutti a votare SI il 25 26 giugno.
ps. Mi scuso con l'admin e i moderatori.
Ho visto che c'era un topic già aperto ma così è più visibile
IL DECALOGO DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE
I Viene ridotto il numero dei parlamentari: da 950 a 773, con significativo risparmio per le finanze pubbliche.
II Saranno i cittadini, e non più i palazzi della politica, a scegliere maggioranza parlamentare, coalizione di governo e primo Ministro: è il premierato.
III Non più due Camere identiche, l'una doppione dell'altra. Ora il Senato sarà federale ed avrà una sua funzione specifica: rappresentare le esigenze delle Regioni. La Camera si occuperà di quelle dello Stato.
IV Semplificato il procedimento legislativo. Non più lunghi e ripetuti passaggi di testi fra le due Camere, ma ciascuna Camera approverà le leggi nelle materie di propria competenza. Il risultato sarà la riduzione dei tempi e dei costi per le casse pubbliche.
V La legge dovrà stabilire limiti al cumulo delle indennità parlamentari con altre entrate.
VI I regolamenti parlamentari dovranno tutelare i diritti delle opposizioni: ora questo non è previsto.
VII L’ordinamento evolve in senso federale, come sta avvenendo in molti Stati moderni: viene riequilibrato il riparto delle competenze tra Stato e Regioni per garantire migliori servizi ai cittadini, senza compromettere l’unità del Paese. Alle Regioni vengono devolute particolari funzioni in materia di istruzione, sanità e polizia locale. Tutte avranno le stesse opportunità, senza penalizzazioni per alcune aree rispetto ad altre e senza la differenziazione tra le Regioni, prevista dalla riforma del 2001. Si avrà quindi un federalismo equo, solidale ed equilibrato.
VIII Tutte le leggi regionali dovranno rispettare il criterio dell'interesse nazionale, non più previsto a seguito della riforma del 2001.
IX Sulle modifiche alla Costituzione sarà sempre possibile chiamare i cittadini ad esprimersi, mentre ora ciò non avviene se tali modifiche sono state approvate dalle Camere con la maggioranza dei due terzi.
X Aumentano le garanzie per i comuni e le province, gli enti più vicini ai cittadini: potranno ricorrere alla Corte costituzionale in caso di lesione delle proprie competenze. _________________ http://email2image.altervista.org
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vittorio Utente adolescente


Registrato: 17/02/06 10:35 Messaggi: 358 Residenza: Cenate Sopra
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Inviato: Mer Giu 07, 2006 8:01 pm Oggetto: Perché votare “No” al referendum |
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Perché votare “No” al referendum
In vista del prossimo referendum sulla riforma della costituzione, può essere utile fornire alcuni chiarimenti circa il contenuto della nuova normativa, cercando di usare un linguaggio comprensibile anche a chi non è esperto della materia, anche se ciò comporta una certa approssimazione sul piano tecnico-giuridico.
Le nuove disposizioni sulle quali si dovrà votare riguardano sostanzialmente tre argomenti: i poteri del primo ministro e del presidente della repubblica; il nuovo sistema bicamerale; la “devoluzione” di poteri dallo stato alle regioni.
1) I poteri del primo ministro e del presidente della repubblica
Le democrazie moderne si basano sul principio della divisione dei poteri dello stato: potere legislativo (parlamento), potere amministrativo (governo, regioni ed enti locali); potere giudiziario (magistratura). Nessuno dei poteri dello stato deve prevalere sugli altri, poiché in tal caso potrebbero risentirne gli equilibri istituzionali che garantiscono le basi democratiche dello stato. Ci sono quindi dei “contrappesi” che condizionano reciprocamente i poteri.
Attualmente il presidente del consiglio è nominato dal presidente della repubblica, sulla base delle indicazioni che riceve dai gruppi parlamentari. I ministri sono pure nominati dal presidente della repubblica, su proposta del presidente del consiglio.
Con la riforma, invece, il presidente della repubblica non avrà più alcun margine di discrezionalità e sarà obbligato a nominare primo ministro il candidato dalla coalizione che avrà vinto le elezioni. Il primo ministro avrà inoltre il potere esclusivo di nomina e revoca dei ministri.
Attualmente il potere di scioglimento delle camere appartiene al presidente della repubblica, che però può esercitarlo solo dopo avere sentito il parere dei presidenti delle camere.
Con la riforma il presidente della repubblica perde anche in questo caso ogni margine di discrezionalità e sarà obbligato a sciogliere le camere, se lo vorrà il primo ministro, a suo arbitrio.
E’ evidente quindi che i poteri del primo ministro si espandono a scapito di quelli del presidente della repubblica e anche di quelli del parlamento, che potrà essere sciolto, senza neppure che sia sentito il parere dei presidenti delle camere.
Si verificherà cioè una riduzione di quei “contrappesi” che, come detto sopra, sono essenziali per garantire l’equilibrio tra le istituzioni democratiche.
Si può aggiungere che vi sarà anche una riduzione del “contrappeso” rappresentato dalla corte costituzionale. Questo organo è composto da quindici membri, di cui cinque nominati dal presidente della repubblica, cinque dal parlamento e cinque dalla magistratura.. Con la riforma i criteri di nomina vengono modificati e il parlamento potrà nominare sette membri (quindi quattro nominati dal presidente della repubblica e quattro dalla magistratura). Considerando che la corte può annullare leggi approvate dal parlamento, se sono in contrasto con la costituzione, è evidente che la maggior presenza al suo interno di membri nominati dal parlamento riduce l’efficacia di questo suo intervento.
2) Il nuovo sistema bicamerale.
Attualmente tutte le leggi approvate dal parlamento devono essere approvate, nello stesso identico testo, sia dalla camera sia dal senato. In gergo si chiama “bicameralismo perfetto”. Con la riforma questo sistema cambia. Occorre premettere che la costituzione nel suo testo originario elencava le materie sulle quali potevano legiferare le regioni, nell’ambito dei principi fondamentali della legislazione statale, lasciando tutte le altre materie alla competenza esclusiva dello stato. Nelle materie di competenza regionale, lo stato approvava i principi fondamentali, con cosiddette “leggi quadro”e le regioni le leggi di dettaglio. Poi, già con la riforma approvata dalla maggioranza di centrosinistra nel 2001, attualmente vigente, si inverte il principio. Vengono elencate le materie di competenza esclusiva dello stato, quelle di competenza cosiddetta “concorrente”, cioè quelle in cui lo stato determina i principi fondamentali e le regioni approvano le leggi di dettaglio; tutte le altre sono di competenza regionale.
Ora, per quanto riguarda la procedura di approvazione delle leggi, con la riforma oggetto del referendum, si stabilisce che per alcune materie che riguardano principi di rilievo sia statale che regionale (es. livelli essenziali di diritti civili e sociali, leggi elettorali regionali e degli enti locali, funzioni fondamentali e finanza degli enti locali, ecc.) rimarrà il sistema precedente, cioè l’obbligo di approvazione dello stesso testo da parte di entrambe le camere; per le leggi di competenza esclusiva dello stato (es. politica estera, difesa, politica monetaria, giustizia, ordine pubblico, ecc.) basterà l’approvazione della sola camera dei deputati; per le leggi statali nelle materie di competenza concorrente, quelle cioè in cui lo stato determina solo i principi fondamentali (es. commercio con l’estero, tutela del lavoro, ricerca scientifica, governo del territorio, ecc.) basterà l’approvazione del solo senato, rinominato “senato federale”.
Il fatto è che la distinzione tra queste materie non è per niente chiara. E se non ha avuto esiti felici la riforma approvata nel 2001, questa peggiorerà di molto le cose, perché oltre alla confusione nella distinzione sostanziale tra le materie, introduce ulteriore confusione con l’attribuzione di competenze distinte ai due rami del parlamento. Può accadere infatti che una camera chieda di modificare una legge di competenza dell’altra camera. Allora la prima camera la deve riesaminare e decidere sulle richieste di modifiche. Ma può anche accadere che una camera approvi una legge, ritenendola di sua competenza, e l’altra camera ne contesti la competenza. In questo caso la parola passa ai due presidenti delle assemblee, che risolvono la questione nominando un “comitato paritetico” composto da quattro deputati e quattro senatori, che decidono inappellabilmente la questione di competenza. Poi c’è il caso delle leggi che devono essere approvate da entrambe le camere nello stesso testo. Qui è prevista la formazione di una commissione mista di trenta deputati e trenta senatori, che dovrebbe predisporre un testo di legge concordato, da sottoporre al voto delle due camere. Ma c’è anche il caso che sia il governo a non condividere leggi approvate dal senato (quelle approvate dalla camera le deve condividere per forza), perché contrarie al suo programma. In questo caso, il presidente della repubblica può autorizzare il primo ministro a chiedere al senato di modificare la legge. Se il senato non lo fa, gli viene tolta la competenza e la legge passa alla camera, che decide a maggioranza assoluta.
Insomma, come si vede, un grande pasticcio da cui sarà difficile uscire. La confusione normativa avrà conseguenze anche sulla amministrazione quotidiana della giustizia. Qualunque cittadino coinvolto in una causa civile o in un processo penale potrà infatti sostenere l’illegittimità costituzionale di una legge contraria al suo interesse, perché approvata da una camera piuttosto che dall’altra, chiedendo che il giudice sottoponga la questione al giudizio della corte costituzionale.
Per fare qualche esempio, sarà di competenza della camera la materia “norme generali sull’istruzione” e sarà di competenza del senato la materia “istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche ecc.”. Sarà di competenza della camera la materia “grandi reti strategiche di trasporto di interesse nazionale” e sarà di competenza del senato la materia “reti di trasporto” (piccole?). Sarà di competenza della camera la materia “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” e sarà di competenza del senato la materia “valorizzazione dei beni culturali e ambientali”. Va ricordato che le materie di competenza del senato sono quelle in cui c’è competenza concorrente tra stato e regioni, quelle cioè in cui lo stato definisce i principi fondamentali e le regioni le norme di dettaglio. Il senato quindi, in tutte le materie di sua competenza, dovrà approvare leggi che determinano “principi fondamentali”. Ma allora che senso ha, ad esempio, attribuire alla camera la competenza “esclusiva” in materia di “norme generali sull’istruzione” ? Che differenza c’è tra “norme generali” sull’istruzione (competenza della camera) e “principi fondamentali” sull’istruzione (competenza del senato) ?
3) La devoluzione
Con questo termine si intende il passaggio di competenze, soprattutto legislative, dallo stato alle regioni. La costituzione attuale, nel testo approvato con la precedente riforma del 2001, elenca le materie di competenza esclusiva dello stato e quelle di competenza concorrente tra stato e regioni (stato: principi fondamentali; regioni: regole di dettaglio). Poi aggiunge che tutte le altre materie, non espressamente elencate, appartengono alla competenza legislativa delle regioni. La nuova riforma oggetto del referendum, oltre a ribadire lo stesso concetto, aggiunge anche che sono di competenza esclusiva delle regioni le materie: “assistenza e organizzazione sanitaria”; “organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della regione”; polizia amministrativa di interesse regionale e locale”. Non si capisce il senso di questa elencazione, perché i casi sono due: o queste materie non sono comprese in quelle di competenza dello stato oppure lo sono: Nel primo caso, non c’è bisogno di alcuna ulteriore specificazione, poiché basta la norma cosiddetta di chiusura (tutte le materie non elencate tra quelle di competenza dello stato appartengono alla competenza legislativa delle regioni); nel secondo caso si crea una sovrapposizione di competenze, senza alcuna distinzione. Anzi, si precisa che le materie elencate appartengono alla competenza “esclusiva” delle regioni! Quindi la cosiddetta devoluzione risulta più chiara per come è adesso; e di conseguenza anche più praticabile. In verità la materia è complessa e la normativa non è molto chiara neppure ora, tanto che ha già dato luogo a numerosi conflitti tra stato e regioni. Ma certo la riforma oggetto del referendum la peggiorerebbe di molto.
Le nuove disposizioni contengono infatti evidenti contraddizioni, anche entrando nel merito. Viene infatti attribuita alla competenza “esclusiva” dello stato (competenza della camera dei deputati) la materia “norme generali sulla tutela della salute” e alla competenza, anch’essa “esclusiva” delle regioni la materia “assistenza e organizzazione sanitaria”. Come si concilieranno le due competenze “esclusive”? Va tenuto anche conto del fatto che, nelle materie di competenza concorrente tra stato e regioni, le leggi che contengono i principi fondamentali sono di competenza del senato e la riforma non attribuisce al senato nessuna competenza in materia di sanità o salute che dir si voglia.
E che dire dell’istruzione? Come s’è visto, sarà di competenza “esclusiva” della camera la materia “norme generali sull’istruzione” e di competenza del senato – per i principi fondamentali - la materia “istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale”. Si aggiunge la competenza delle regioni, anch’essa “esclusiva” (quindi non solo per le norme di dettaglio, conseguenti ai principi fondamentali approvati con legge dal senato, ma per tutto), nella materia “organizzazione scolastica, gestione degli istituti scolastici e di formazione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche; definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della regione”. Come si farà a determinare il confine tra queste competenze? Nella sostanza - a parte la confusione (che sarà comunque fonte di conflitti infiniti) - non c’è un grande cambiamento rispetto alla normativa attuale. L’unica novità può essere quella dei programmi scolastici di interesse regionale. Cosa che, di per sé, non è né buona né cattiva. Dipende da cosa si vuol fare. In ogni caso non c’è alcun bisogno di una disposizione costituzionale, poiché potrebbe senz’altro bastare una legge ordinaria o forse addirittura disposizioni amministrative, nell’ambito della autonomia degli istituti.
Infine c’è la “polizia amministrativa di interesse regionale e locale”. L’ordine pubblico e la sicurezza restano competenza “esclusiva” dello stato. La polizia “amministrativa” sarà dunque quella che controlla, ad esempio, le attività commerciali o l’edilizia abusiva o che comunque riguarda gli altri compiti abituali dei vigili urbani. Materia che già ora appartiene alla competenza regionale e degli enti locali. Quindi nessuna novità. Solo fumo negli occhi all’elettorato leghista.
Va aggiunto che, contrariamente a quanto molti pensano, nessuna novità viene introdotta in materia di “federalismo fiscale”. La costituzione, già nel testo originario del 1948 (art.119), prevedeva la possibilità per le regioni di avere “tributi propri e quote di tributi erariali [cioè statali] in relazione ai bisogni delle regioni per le spese necessarie ad adempiere le loro funzioni normali”. La riforma del 2001 ha esteso e maggiormente chiarito questo principio, riconoscendo non solo alle regioni ma anche agli enti locali “autonomia finanziaria di entrata e di spesa”, con quanto ne consegue. L’attuale riforma non tocca neppure le disposizioni introdotte al riguardo nel 2001, ma si limita ad affermare, in una norma transitoria, che queste disposizioni dovranno essere attuate, tramite legge ordinaria, entro tre anni. Si introduce così una norma programmatica che fissa un termine senza in alcun modo definire cosa dovrà accadere se il termine non sarà rispettato. Cioè una norma che non serve a nulla.
Insomma ci sono molti buoni motivi per votare “no” al referendum. La bizzarra teoria che propone di votare “si”, per poi cambiare la riforma che non piace a nessuno, ha molto il sapore di una astuzia levantina. In un paese normale, se una proposta è sbagliata la si respinge e poi, caso mai, si discute per trovarne una migliore. Anche se c’è da dire che non sembra questo il momento politico migliore per discutere di riforma della costituzione. Una costituzione si fa o si cambia quando un nuovo sistema si è affermato e consolidato, non a metà strada, quando le spinte degli interessi che hanno permeato il vecchio sistema sono ancora ben vive e condizionano – con valutazioni contingenti e interessate – il lavoro dei costituenti. _________________
Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia. {T. Campanella} |
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maurizio Utente maturo


Registrato: 07/01/05 12:26 Messaggi: 1523 Residenza: Vidalengo
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Inviato: Mer Giu 07, 2006 8:37 pm Oggetto: |
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Io, nella maniera più convinta, voterò SI
Per non fare copia-incolla di un interessante articolo tratto dal Corriere della Sera, posto qui un link dove può essere trovato:
http://www.forza-italia.it/notizie/arc_8542.htm
Condivido pienamente il concetto espresso in questo articolo. In particolare evidenzio un passaggio:
Citazione: | Pensiamo a che cosa accadrebbe se vincesse il sì. Le parti più importanti della riforma entrerebbero in vigore solo neI 2011. Ci sarebbe il tempo per intervenire sugli aspetti più insoddisfacenti del testo: in particolare, per modificare composizione e prerogative del Senato |
Tanto che ci sono, vi posto anche il link di un ottimo sito promotore del SI:
http://www.sivotasi.it/ |
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Estevan Utente adolescente


Registrato: 28/12/03 21:12 Messaggi: 310 Residenza: Sant'imbù Al d'emagna
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Inviato: Mer Giu 07, 2006 10:19 pm Oggetto: |
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quoto il tuo post maurizio
il 25 e 26 giugno vota SI _________________ http://email2image.altervista.org
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Tomaux Utente adulto


Registrato: 12/08/04 17:56 Messaggi: 2494 Residenza: bergamo
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Inviato: Gio Giu 08, 2006 9:14 am Oggetto: |
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anch'io voterò sì! _________________ A volte mi fermo e penso:
"THE EARTHQUAKE!!! OH MY FUCKING GOD, THE EARTHQUAKE!!!"
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Omino Na Utente maturo


Registrato: 27/12/03 12:27 Messaggi: 1321 Residenza: Seriate (BG)
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Inviato: Gio Giu 08, 2006 11:14 am Oggetto: Re: Il decalogo della riforma costituzionale |
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Estevan ha scritto: | I Viene ridotto il numero dei parlamentari: da 950 a 773, con significativo risparmio per le finanze pubbliche. |
Questo mi sembra abbastanza giusto. Ma l'idea di "deputati a vita" (che tu non hai citato) è decisamente peregrina.
Estevan ha scritto: | II Saranno i cittadini, e non più i palazzi della politica, a scegliere maggioranza parlamentare, coalizione di governo e primo Ministro: è il premierato. |
Detto in altri termini, elezione "diretta" del premier, che non avrà bisogno della fiducia per insediarsi in parlamento. E anche questo, in un contesto bipolare forte, a mio avviso, ci può stare.
Estevan ha scritto: | III Non più due Camere identiche, l'una doppione dell'altra. Ora il Senato sarà federale ed avrà una sua funzione specifica: rappresentare le esigenze delle Regioni. La Camera si occuperà di quelle dello Stato. |
Eh questo invece mi sembra un po' avventato, soprattutto perché CONFUSO e MALFATTO per alcuni particolari che hai omesso. Il Senato sostanzialmente rimarrà tale e quale, con l'aggiunta dei rappresentanti delle regioni e delle autonomie che però *non avranno diritto di voto*. Che senso ha parlare di senato federale, se poi non dai diritto di voto a quelli che realizzano l'aggettivo "federale"? In secondo luogo, si abbassa l'età di ingresso al senato da 40 a 25 anni: che senso ha allora parlare di Senato? Da che mondo e mondo (da che etimologia è etimologia) il senato è la "camera degli anziani", e in tutti i paesi (e sono tanti) che prevedono questa forma, il senato è sempre la "camera dei saggi". Non ha senso portare l'età minima a 25 anni. Alternativamente, si può cambiare il nome della camera alta, ma non chiamiamolo Senato, per favore, è un'offesa alle nostre tradizioni.
Io continuo a pensare che il "bicameralismo perfetto" italiano non è un modello malvagio; dire che le due camere sono doppioni è demagogia e propaganda. NON SONO una il doppione dell'altra: SVOLGONO le stesse funzioni, ma le persone sono _ovviamente_ diverse. E' una doppia fase di controllo che più volte ha giovato al nostro paese: quante volte leggi più o meno insulse passate alla Camera sono state fermate dal Senato? Certo, uno potrebbe controbattere che:
Estevan ha scritto: | IV Semplificato il procedimento legislativo. Non più lunghi e ripetuti passaggi di testi fra le due Camere, ma ciascuna Camera approverà le leggi nelle materie di propria competenza. Il risultato sarà la riduzione dei tempi e dei costi per le casse pubbliche. |
ma ci sarà una ragione se nel volley e nel basket ci sono doppi arbitri (e nel calcio, guarda caso, uno solo ): un doppio controllo non è farraginoso, è vitale per evitare che passino leggiucchie insensate come - ribadisco - sarebbe successo se il Senato non ne avesse fermate tante. Comunque quanto dici è FALSO. I procedimenti di competenza della Camera potranno benissimo passare al Senato, basta la richiesta dei 2/5 dei senatori (mica tanti, eh), e addirittura poi il testo deve ritornare alla Camera per l'approvazione definitiva... Se non ti sembra farragine questa! Addirittura
Citazione: | Se le Camera e il Senato non approvano una legge nel medesimo testo, i presidenti dei due rami del Parlamento convocano una commissione composta da trenta deputati e trenta senatori, che dovrà elaborare un nuovo testo da sottoporre al voto finale delle due Assemblee. |
Estevan ha scritto: | V La legge dovrà stabilire limiti al cumulo delle indennità parlamentari con altre entrate. |
Ok, vabbé questa ci sta, ma non è il fulcro della diatriba.
Estevan ha scritto: | VI I regolamenti parlamentari dovranno tutelare i diritti delle opposizioni: ora questo non è previsto. |
Scusa, ma questo da che cappello lo tiri fuori? Non fare propaganda demagogica: cosa significa "i diritti delle opposizioni"? Mi sembra che oggi siano tutelati TANTI diritti per l'opposizione; *QUALI* diritti dovranno tutelare i nuovi regolamenti parlamentari?
Estevan ha scritto: | VII L’ordinamento evolve in senso federale, come sta avvenendo in molti Stati moderni: viene riequilibrato il riparto delle competenze tra Stato e Regioni per garantire migliori servizi ai cittadini, senza compromettere l’unità del Paese. Alle Regioni vengono devolute particolari funzioni in materia di istruzione, sanità e polizia locale. Tutte avranno le stesse opportunità, senza penalizzazioni per alcune aree rispetto ad altre e senza la differenziazione tra le Regioni, prevista dalla riforma del 2001. Si avrà quindi un federalismo equo, solidale ed equilibrato. |
Bum! La legge è confusa: affida alle regioni la COMPETENZA ESCLUSIVA in materia di sanità (!!!), scuola (!!!!) e polizia. Ora, a parte il fatto che affidare alle regioni la sanità ma soprattutto la SCUOLA (suvvia! L'educazione da che mondo è mondo è statale!!! l'educazione è addirittura LA BASE DELLO STATO ITALIANO, che fine fa lo Stato se l'educazione cambia di regione in regione? eddai!) mi sembra un provvedimento che mina seriamente all'unità dello stato italiano. Ovvio che ci saranno regioni in cui le cose funzioneranno, e altre in cui non funzionerà nulla. Altro che risolvere la questione meridionale. Ma poi comunque, la stessa legge, riserva allo stato la COMPETENZA ESCLUSIVA sulle direttive principali... Ma quante competenze esclusive ci sono su un argomento? Mi ricorda il mio prof di mate che una volta disse "metà di voi facciano il compito A, metà il compito B e metà il compito C"...
Estevan ha scritto: | VIII Tutte le leggi regionali dovranno rispettare il criterio dell'interesse nazionale, non più previsto a seguito della riforma del 2001. |
Estevan ha scritto: | IX Sulle modifiche alla Costituzione sarà sempre possibile chiamare i cittadini ad esprimersi, mentre ora ciò non avviene se tali modifiche sono state approvate dalle Camere con la maggioranza dei due terzi. |
Questo è un provvedimento che posso anche condividere. Però spesso le modifiche alla costituzione sono "ritocchi" (non è naturalmente il caso di questo referendum), che se passano con i 2/3 dei voti significa che sono largamente condivisi da maggioranza e opposizione. Non vedo la necessità di chiamare i cittadini alle urne per ritocchi bipartisan di questo genere. Però non mi sembra nemmeno una cosa gravissima.
Estevan ha scritto: | X Aumentano le garanzie per i comuni e le province, gli enti più vicini ai cittadini: potranno ricorrere alla Corte costituzionale in caso di lesione delle proprie competenze. |
Questo sinceramente non lo sapevo... mi documenterò.
Mi sembra che tu abbia saltato qualche nodo fondamentale (di cui forse non eri nemmeno tu troppo convinto):
- il PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA viene svuotato della sua funzione, non avendo più il potere di sciogliere le camere, che spetta solo al PREMIER (premierato forte). Meno grave (a mio giudizio) il fatto che lo stesso Presidente della Repubblica non possa più nominare il Premier, dato che quest'ultimo viene eletto più o meno direttamente nelle elezioni.
Concludo con due considerazioni che, credo, dovrebbero essere condivise:
1 * L'AUTONOMIA REGIONALE su sanità e scuola porterà senza il minimo dubbio ad accentuare le sperequazioni sociali e il problema meridionale, questioni per cui è stata a più riprese criticata fortemente non solo dall'opposizione e dai sindacati, ma anche da Confindustria, dalla Cei, dal Vaticano e da diversi esponenti del centrodestra (penso a Fisichella, AN, penso a Follini e Tabacci, UDC).
2 * il PREMIERATO FORTE è una cosa che la nostra storia e i personaggi che ci troviamo qui in casa dovrebbero fortemente sconsigliarci.
Per queste ragioni, tirando le somme, voterò NO al referendum. _________________ "Se un matematico e un fisico riescono a mettersi d'accordo su una cosa è molto ma molto probabile che questa sia vera." (Wiso, da it.scienza.matematica)
L'ultima modifica di Omino Na il Gio Giu 08, 2006 11:27 am, modificato 1 volta |
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Omino Na Utente maturo


Registrato: 27/12/03 12:27 Messaggi: 1321 Residenza: Seriate (BG)
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Inviato: Gio Giu 08, 2006 11:24 am Oggetto: |
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Ero curioso. Ma tu guarda caso come nell'immagine di banner del sito che hai citato (quello per il SI) non si citi minimamente la DEVOLUZIONE, non si citi minimamente il PREMIERATO FORTE, ma si citino solo gli aspetti della riforma (diciamolo) piuttosto secondari rispetto a quelli citati da me, e che comunque sono universalmente condivisi. Mi pare un modus operandi vile, da codardi: volete la riforma? dite almeno di cosa si tratta, non nascondetevi dietro "ISTITUZIONI PIU' EFFICIENTI", su, sono capaci tutti di fare così.
Aggiungo che il sito per il NO è
http://www.referendumcostituzionale.org/index3.asp _________________ "Se un matematico e un fisico riescono a mettersi d'accordo su una cosa è molto ma molto probabile che questa sia vera." (Wiso, da it.scienza.matematica) |
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clarence Utente adulto


Registrato: 10/01/04 12:59 Messaggi: 1997 Residenza: Zogno
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Inviato: Gio Giu 08, 2006 7:01 pm Oggetto: |
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maurizio ha scritto: | Tanto che ci sono, vi posto anche il link di un ottimo sito promotore del SI:
http://www.sivotasi.it/ |
Mi sa che quell'indirizzo qui l'han comprato da quelli dell'articolo 18  _________________ unibg...i miss you!!! |
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clarence Utente adulto


Registrato: 10/01/04 12:59 Messaggi: 1997 Residenza: Zogno
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Inviato: Gio Giu 08, 2006 7:02 pm Oggetto: Re: Il decalogo della riforma costituzionale |
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Estevan ha scritto: | visto che si parla di referendum ho postato le principali riforme costituzionali.
Invito tutti a votare SI il 25 26 giugno.
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Si Si Cive...voterò il Si solo per la devolution alla Valle Imagna (proprio lo scrivo a fianco del voto)...OK?  _________________ unibg...i miss you!!! |
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RedStarLabs.org Utente neonato

Registrato: 14/06/06 12:41 Messaggi: 13
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Inviato: Ven Giu 23, 2006 3:23 pm Oggetto: |
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GIU' LE MANI DALLA COSTITUZIONE!! specialmente se sono le mani di CALDEROLI, CASTELLI e BERLUSCA...
Non lasciamo che sia l'Italia a pagare per i ricatti della Lega alla vecchia maggioranza!
Non lasciamo che gli interessi elettorali del più grande mafioso d'Italia (e non parlo di Provenzano) deturpino la costituzione nata dalla Resistenza e votata a LARGHISSIMA MAGGIORANZA da TUTTE le parti poitiche di allora!
http://www.referendumcostituzionale.org/votano.asp _________________ --- www.redstarlabs.org --- |
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maurizio Utente maturo


Registrato: 07/01/05 12:26 Messaggi: 1523 Residenza: Vidalengo
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Inviato: Ven Giu 23, 2006 5:31 pm Oggetto: |
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RedStarLabs.org ha scritto: | Non lasciamo che gli interessi elettorali del più grande mafioso d'Italia (e non parlo di Provenzano) deturpino la costituzione nata dalla Resistenza e votata a LARGHISSIMA MAGGIORANZA da TUTTE le parti poitiche di allora!
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Peccato che la Costituzione sia già stata deturpata dal governo delle sinistre nel 2001, con risultati assai deludenti!
E poi, cosa c'entra la Resistenza con un aggiornamento della Costituzione per far fronte alle nuove esigenze dello Stato? Mah... |
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bubu Utente adolescente


Registrato: 24/03/06 20:57 Messaggi: 529 Residenza: Serina
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Inviato: Sab Giu 24, 2006 10:57 am Oggetto: |
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Si dice che la Costituzione Italiana è una delle più belle del mondo.
Tuttavia non sembra più essere adatta ai tempi che corrono tanto che è stata oggetto di ben due riforme.
La prima del 2001, riguardante il Titolo V, per opera della maggioranza di centrosinistra e già approvata con apposito referendum confermativo.
La seconda del 2005 per opera della maggioranza di centrodestra, per la quale sono stati convocati per i giorni di domenica 25 giugno e lunedì 26 giugno 2006, i comizi per lo svolgimento del referendum costituzionale confermativo sul seguente quesito:
"Approvate il testo della legge costituzionale concernente "Modifiche alla Parte II della Costituzione" approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 269 del 18 novembre 2005?"
Per farsi un’idea segnalo due articoli, usciti sul Corriere della Sera (1 giugno 2006), che sostengono, il primo, le ragioni del SI di Angelo Panebianco
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/06_Giugno/01/panebianco.shtml
e, il secondo, le ragioni del NO di Michele Salvati.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Editoriali/2006/06_Giugno/01/salvati.shtml
Numerosi costituzionalisti hanno criticato entrambe le riforme ma, al tempo stesso, ritengono che la Costituzione del ’84 debba essere migliorata e corretta.
Barbera e Ceccanti, con l’adesione di altre più o meno autorevoli firme, hanno lanciato un appello per il «NO riformatore», con l’intento di abolire la riforma del centrodestra e, subito dopo, realizzare una «vera riforma».
Sull’altro versante l’ex ministro Tremonti, seguito a ruota da Bossi, ha rilanciato invitando a votare SI, per procedere, poi, di comune accordo con l’Unione, alle opportune modifiche.
Che fantasia!  _________________ I say find someone you can love like crazy and who'll love you the same way back. And how do you find him? Forget your head and listen to your heart. I'm not hearing any heart. Run the risk, if you get hurt, you'll come back. Because, the truth is there, the truth is there is no sense living your life without this.
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concorde27 Utente adolescente


Registrato: 06/09/05 14:39 Messaggi: 352 Residenza: Ponteranica
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Inviato: Sab Giu 24, 2006 11:25 am Oggetto: |
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«Se vinco vado all´Onu». Così tuona il leader della Lega Umberto Bossi, in un´intervista a Libero, per spronare i suoi a tre giorni dal referendum costituzionale. Dopo aver minacciato «vie non democratiche» in caso di sconfitta (salvo precisare che si riferiva a «raccolte di firme e assemblee popolari» che evidentemente non classifica come "democratiche") il senatùr adesso pensa addirittura alle Nazioni Unite: «Il 25 non si scherza – spiega Bossi - La nostra gente questa volta capirà: l'ideale sarebbe vincere in tutta Italia, ma spero almeno in una vittoria schiacciante al Nord, così avremo il diritto di andare all'Onu a rivendicare i nostri diritti e le nostre libertà come popolo».
Evviva la secessione! Padania libera! Roma ladrona!  |
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vittorio Utente adolescente


Registrato: 17/02/06 10:35 Messaggi: 358 Residenza: Cenate Sopra
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Inviato: Sab Giu 24, 2006 11:40 am Oggetto: |
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Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia. {T. Campanella} |
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Luca Utente adolescente


Registrato: 16/02/06 16:29 Messaggi: 534 Residenza: Dalmenland
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Inviato: Dom Giu 25, 2006 6:10 pm Oggetto: |
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............................................................................................................. ale ale ale gnoransa... _________________ Pota te...faga cos'è ???!!! ... |
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