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Ingegneria in Italia

 
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Autore Messaggio
Matteo
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Registrato: 16/09/04 17:47
Messaggi: 89

MessaggioInviato: Mar Lug 17, 2007 8:30 pm    Oggetto: Ingegneria in Italia Rispondi citando

Salve ragazzi,
volevo chiedere il vostro parere riguardo all'argomento di questo blog.

Non è per smontare nessuno, anche perchè non và sempre così, ma teniamolo presente...

Ciao.
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Andrea
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Registrato: 23/12/03 13:10
Messaggi: 5200

MessaggioInviato: Mar Lug 17, 2007 8:47 pm    Oggetto: Re: Ingegneria in Italia Rispondi citando

Matteo ha scritto:
Salve ragazzi,
volevo chiedere il vostro parere riguardo all'argomento di questo blog.

Non è per smontare nessuno, anche perchè non và sempre così, ma teniamolo presente...

Ciao.

Onestamente non mi sono ancora informato su quale sia la situazione al momento, fasciarsi la testa adeeso, a pochi mesi dalla laurea direi che è più che sconsigliabile.

Certo le voci di ing. usciti bene e che prendono stipendi da fame arrivano anche a me, ma arrivano anche quelle opposte, quindi tutto sommato per ora spero...

Ad ogni modo io non ho studiato in funzione del lavoro che vorrei fare, ho studiato per curiosità, e se anche finissi a fare tutt'altro per essere ben pagato, mi va bene Wink
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Matteo
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Registrato: 16/09/04 17:47
Messaggi: 89

MessaggioInviato: Mar Lug 17, 2007 9:12 pm    Oggetto: Rispondi citando

la tua filosofia è quella corretta...anche se credo che sia una delle delusioni + grandi, quella di studiare (tanto) per poi fare un lavoro che non soddisfi...

Speriamo in bene.
Ciao.
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acadam
Utente neonato
Utente neonato


Registrato: 11/03/05 17:55
Messaggi: 42

MessaggioInviato: Mer Lug 18, 2007 11:07 am    Oggetto: Rispondi citando

Io racconto la mia esperienza.

Sono programmatore da 10 anni in una piccola software-house della bergamasca. Ho iniziato facendo di tutto, reti,server, stesura analisi, programmi... ora sono analista programmatore. Ho iniziato 5 anni fa a studiare ingegneria informatica, sono fuori corso da 2 anche e soprattutto perchè mi sono sposato ed è nato mio figlio. Non so quando finirò ma so che prima o poi finirò gli studi.

Prendo, ad oggi, 1500 euro al mese.

Tanti? Pochi? Non so...

In questi anni, ho visto nel mondo del lavoro ingegneri incapaci di fare il loro lavoro ma che occupano posizioni migliori della mia, programmatori bravissimi ma "bloccati" perchè non sono ingegneri.

Io mi sono rimesso a studiare per me. Quando si entra nel mondo del lavoro si impara davvero a lavorare, si entra nella concretezza delle problematiche, si impara a tirarsi indietro le maniche e, in qualche modo (a volte inghiottendo molti rospi per fare contento il cliente), ad arrivare ad una soluzione.
Si rischia, però, di perdere la visione dell'insieme, di guardare oltre. Secondo me, un ingegnere deve avere anzitutto la mentalità giusta che fa vedere oltre... non so come spiegarmi, è più una "mentalità" che un sapere fare qualcosa. Per imparare a programmare non serve fare nè ingegneria nè il liceo nè un istituto tecnico. Personalmente ho imparato prima con il C64! Quello che ho imparato da solo con la passione è stato un vantaggio enorme per gli studi successivi. Lo studio, e anche l'università, dànno la "disciplina" a ciò che l'autodidatta coglie con tentativi e prove. Ma devono rimanere tutti e due: genio (dello studio) e sregolatezza (dell'autodidatta). Deve rimanere la passione per ciò che si fa... lo studio dà solo non serve, l'università da sola non basta ma dà un qualcosa che nessun lavoro potrà mai dare. L'università è un'occasione unica per la vita, per sè stessi, un "dono" da sapere sfruttare.

Detto questo... certo, il mondo del lavoro è... sicuramente più complicato di prima dove il titolo era una garanzia. Ora non lo è più. Ma non sono certo che sia così sbagliato... Se si vuole trovare il posto giusto bisogna cercare diversi posti di lavoro, anche rischiare per un certo periodo, fare diverse esperienze... Penso che alla lunga debba emergere il carattere, la voglia di fare davvero bene.
Se ci si accontenta che la ditta ci dìà il portatile o l'auto aziendale... o di avere la propria scrivania... lasciamo perdere non è questa la strada. Se si aspira a fare davvero l'interesse dell'azienda, anche a costo di ingoiare bei rospi, prima o poi, si riesce a trovare qualcosa di soddisfacente. Il carattere prima o poi aiuta a trovare un posto adeguato.

Auguri a tutti quelli che cercano lavoro... non rassegnatevi, cercate di fare sempre con passione quello che la vita vi propone.

Ciao
_________________
"e, in mezzo a tutto questo perdersi, c'è un uscio chiuso nell'anima
chissà se ti ricordi la tua chiave dov'è?
e, in mezzo a tutto questo sciogliersi, fa più il destino o la volontà?
E se la risposta è amore, la domanda qual è? qual è?"
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Matteo
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Registrato: 16/09/04 17:47
Messaggi: 89

MessaggioInviato: Mer Lug 18, 2007 11:35 am    Oggetto: Rispondi citando

Bel post, acadam, hai dato un altro punto di vista, che si integra con quello del blog che ho postato.

Concordo con acadam riguardo a certi ing., che io vedevo nell'ultima azienda in cui ho lavorato, capaci solo di belle parole e zero fatti, solo riunioni...ma qualcuno mi ha già detto che è quello il lavoro dell'ing (e non sono per niente daccordo)...

Ciao.
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Andrea
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Registrato: 23/12/03 13:10
Messaggi: 5200

MessaggioInviato: Ven Lug 20, 2007 12:27 pm    Oggetto: Rispondi citando

acadam ha scritto:
Si rischia, però, di perdere la visione dell'insieme, di guardare oltre. Secondo me, un ingegnere deve avere anzitutto la mentalità giusta che fa vedere oltre... non so come spiegarmi, è più una "mentalità" che un sapere fare qualcosa. Per imparare a programmare non serve fare nè ingegneria nè il liceo nè un istituto tecnico. Personalmente ho imparato prima con il C64! Quello che ho imparato da solo con la passione è stato un vantaggio enorme per gli studi successivi. Lo studio, e anche l'università, dànno la "disciplina" a ciò che l'autodidatta coglie con tentativi e prove. Ma devono rimanere tutti e due: genio (dello studio) e sregolatezza (dell'autodidatta). Deve rimanere la passione per ciò che si fa... lo studio dà solo non serve, l'università da sola non basta ma dà un qualcosa che nessun lavoro potrà mai dare. L'università è un'occasione unica per la vita, per sè stessi, un "dono" da sapere sfruttare.

Acadam, concordo su tutto, non avrei saputo dirlo con parole migliori.
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