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La vocazione

 
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Autore Messaggio
vinz
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Registrato: 12/12/03 12:56
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Residenza: San Pellegrino Terme (Bergamo)

MessaggioInviato: Gio Feb 24, 2005 10:51 pm    Oggetto: La vocazione Rispondi citando

Cosa può spingere a fare una vocazione?
Alberoni, nel suo consueto articolo del lunedì, tenta di darci una risposta.

Chi non chiede per sé ottiene cose incredibili

L'unico modo di essere felice, è fare qualcosa che tu consideri buono, giusto, essenziale. In ogni altro caso potrai attraversare dei momenti di gioia, di allegria, di contentezza, anche istanti di felicità, ma ti resta sempre, nel fondo dell'animo, l'impressione di aver sbagliato e un senso di vuoto, di incompletezza.
Per questo nell'innamoramento troviamo il massimo della felicità: perché tutti i nostri desideri sono concentrati su una sola persona, che è la nostra unica e definitiva meta, il fine ultimo al di là del quale non ne esiste un altro. Ma in altri momenti o in altre persone il fine ultimo, la meta essenziale può essere diversa. Come la liberazione, l'indipendenza dell'Italia per Cattaneo, Cavour, Mazzini e Garibaldi o il riscatto dall'oppressione razziale per Nelson Mandela in Sudafrica. Può essere la conquista di un impero per Alessandro o Napoleone, o costruire aerei per Howard Hughes come ci mostra il film di Scorsese « The Aviator » . Ma anche mete più alla nostra portata come laurearci con centodieci e lode, scrivere un libro, costruirci una famiglia, avere dei figli, comperare la nostra casa.
A volte questa spinta è radicata dentro di noi, allora la chiamiamo vocazione. Alcuni hanno una vocazione precocissima. Ricordo un ragazzo che già a quattordici anni voleva diventare uno scienziato, interrogare la natura e strapparle una risposta. Durante l'università è andato negli Stati Uniti e, subito dopo la laurea, è entrato in un grande laboratorio di cui è diventato direttore. Ho conosciuto una donna che, da bambina, era poverissima, viveva in una campagna desolata, lavorava nei campi, allevava i fratellini, non aveva un libro ma voleva fare la scrittrice. Oggi è una scrittrice affermata.
Ricordo un giovane ingegnere che desiderava disperatamente entrare in una famosa ditta di costruzioni. Ce l'ha fatta e, un giorno, ne è diventato il proprietario.
Queste cose sono possibili perché chi ha una vocazione, una missione, sprigiona un'energia straordinaria, un'immensa capacità di lavoro, ed acquista il dono meraviglioso di convincere. Qualunque cosa chieda, la gente gli dice di sì.
Ricordo una donna che, parlando praticamente solo italiano, è riuscita a convincere con il suo discorso appassionato, pochi dati precisi, ma soprattutto la sua certezza, il suo volto, il suo sguardo, un grande statista straniero a cambiare le sue decisioni. Chi non chiede per sé, ma per altri e ha fede, ottiene cose incredibili.
Ma guai a chi si allontana dalla sua strada, guai a chi tradisce la sua vocazione, si fa distrarre, si fa tentare. E' facilissimo deviare. A volte lo facciamo per vanità, a volte per bramosia di denaro, a volte quando siamo sfiduciati dopo una sconfitta e arriva qualcuno che ci offre una carica, un facile successo. Ma poi ci chiede in cambio favori miserabili, in contrasto con le nostre convinzioni. Se cedi la tua anima si avvelena e, a un certo punto, non sai più dove andare e cosa fare. L'unico modo per salvarti è interrogarti a fondo, ritrovare ciò che per te è giusto ed essenziale, e avere il coraggio di rinunciare ai vantaggi che ti hanno portato fuori strada. Pagando quanto c'è da pagare.


www.corriere.it/alberoni
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karla
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MessaggioInviato: Ven Feb 25, 2005 2:35 am    Oggetto: Rispondi citando

bellissimo questo articolo.

soprattutto perchè rapportabile a tante cose, tanti ambiti del nostro vissuto.

la frase più vicina a noi (giovani) credo sia quella che sottolinea la facilità di perdere la propria strada, dove per propria strada si intende "quello che sentiamo nostro, in cui sentiamo di riuscire, di poter arrivare", quella sicurezza "innata" che non ha spiegazioni, quella certezza che è perchè sappiamo che semplicemente è così.

e credo che di questo sia fatta la strada che sentiamo più solida sotto i nostri passi.

credo che tutti abbiano una "vocazione", solo che non è facile scoprirla, non è facile lasciarsi trasportare da una certezza nostra davanti alla quale la vita magari ci pone delle difficoltà.

"Queste cose sono possibili perché chi ha una vocazione, una missione, sprigiona un'energia straordinaria, un'immensa capacità di lavoro, ed acquista il dono meraviglioso di convincere. "

penso che la determinazione sia una cosa meravigliosa: soprattutto perchè dal momento che non esiste il giusto e lo sbagliato, se agiamo nel rispetto nostro e dell'altro, vivremo con gusto e probabilmente a fondo le scelte che la vita ci propone.
e sentiremo il peso del nostro esistere, nella sua unicità.
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Giorgio
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Residenza: Sedrina (Bergamo)

MessaggioInviato: Ven Feb 25, 2005 9:40 am    Oggetto: Rispondi citando

Ancora una volta trovo quest'articolo di Alberoni veramnete bello.
Queste due parti sono secondo me le più vere:

Citazione:
chi ha una vocazione, una missione, sprigiona un'energia straordinaria, un'immensa capacità di lavoro, ed acquista il dono meraviglioso di convincere. Qualunque cosa chieda, la gente gli dice di sì.

Citazione:
Ma guai a chi si allontana dalla sua strada, guai a chi tradisce la sua vocazione, si fa distrarre, si fa tentare. E' facilissimo deviare.

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