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linguaggi cosmopoliti

 
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Autore Messaggio
karla
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Residenza: botta di sedrina, wutheringheights@interfree.it

MessaggioInviato: Mar Mar 23, 2004 10:40 pm    Oggetto: linguaggi cosmopoliti Rispondi citando

mi domandavo... quanto è importante tra nazionalità diverse parlarsi con la stessa lingua?
non è forse vero che a volte o spesso si fa piu -o la medesima- fatica a capirsi quando ci si parla con lo stesso codice?
a volte comunicando con lo stesso codice si danno "per scontati" - a me sembra- tanti significati che invece sono centrali per trasmettere all'altro ciò che vogliamo dire...invece quando ci si sforza, per esempio, di comunicare con uno straniero viene piu naturale utilizzare parole o "pseudo-parole" che hanno come obiettivo la semplicità e la chiarezza...
a me sembra che tra di "noi" -per esempio noi italiani- ci sia una grande difficoltà di scambio di parole e dei rispettivi significati... ma non dovrebbe essere cosi............
tendiamo a complicarci le cose...perchè?
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Endless
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MessaggioInviato: Mer Mar 24, 2004 11:08 pm    Oggetto: Rispondi citando

Nel linguaggio e nella lingua c'è tutta la storia, il costume e l'essenza di una società, questo è un dato di fatto, penso ad esempio all'Italia e agli italiani, all'Italiano. Storicamente abbiamo avuto un ruolo cardine nelle arti maggiori (pittura, scultura, letteratura, poesia, musica ecc.) e questo ha lasciato nella nostra lingua delle tracce indelebili, dei tratti molto marcati, la forma stessa delle nostre parole lo indica: la loro apertura nella pronuncia, fa saltare "all'orecchio" che abbiamo avuto origini molto profonde e diversificate, che hanno contribuito allo sviluppo di una fonetica molto varia e articolata; i più scafati avranno certamente notato che nel nostro proferire sono coinvolti per lo più la lingua e le labbra; gli inglesi usano molto anche suoni nasali e suoni ottenuti frapponendo la ligua tra i denti, ciò porta inesorabilmente ad un risultato finale decisamente meno armonioso acusticamente e più adatto a contesti "professionali o scentifici" (dove il rigore e contenuto regnano sovrani) piuttosto che all'arte umanistica (poi, come in ogni cosa le eccezioni che confermano la regola ci sono sempre, vedi il buon Will S., il grande John L. amico di Paul M. i quali provengono dal Regno Unito, ecc.); l'Ighilterra è sempre stata fiorente terra di commerci, patria di grandi istituti bancari e di blasonate società assicurative, da ciò è derivata una lingua più "fredda" e diretta al concreto, ma meno attenta della nostra agli aspetti formali e stilistici, la musicalità delle parole inglesi è nettamente meno coinvolgente di quella delle lingue neolatine. Senza dubbio le lignue anglosassoni hanno una + spiaccata capacità di raggiunge per la via più breve e meno impervia il luogo (inteso come senso) della discussione. Ciò ha indubbiamente degli eclatanti aspetti positivi: infatti ritengo che se i manuali tecnici che si usano a livello tecnico/professionale fossero scritti in spagnolo probabilmente la loro fondamentale caratteristica, cioè quella di essere chiari e diretti, potrebbe scemare parecchio o perfino non essere più garantita. Pensate anche ai dialetti, come sono legati alla forma mentis degli indigeni di ogni località, quello bergamasco è molto semplice e pratico, a tratti brutale un dialetto di chi ha voglia di fare e fa! Altri dialetti ad esempio appartenenti alle regioni del sud Italia sono più cantilenanti e più blandi, con un impostazione ritmica decisamente più lenta anche nella pronuncia; il che rispecchia alcuni aspetti tipici della tradizione meridionale.
Tuttavia ritengo che parlarsi sottointendendo significati sia ormai un'abitudine per tutti, forse lo si fa per un risparmio (alla fine molto relativo) di tempo o semplicemente x comodità, questo alle volte può lasciar spazio però a incomprensioni ed equivoci gratuiti, che sarebbero forse meno frequenti se parlassimo sempre in una lingua non nostra perchè in quel frangente saremmo più attenti ad arrivare a rendere l'idea e a a farci capire più che ad abbellirla arzigogolandola con artifizi come quello che ho appena usato. Ciò che conta alla fine è parlare COMUNQUE in qualsivoglia lingua o dialetto, evitando di restarsene troppo nel proprio brodo ad elucubrare da soli sulle proprie questioni, la comunicazione è forse il più importante strumento che l'uomo abbia per evolversi, dopo la ragionativa.
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L'ultima modifica di Endless il Mer Mar 24, 2004 11:43 pm, modificato 1 volta
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vinz
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MessaggioInviato: Mer Mar 24, 2004 11:18 pm    Oggetto: Rispondi citando

Endless ha scritto:
Altri dialetti ad esempio appartenenti alle regioni del sud Italia sono più cantilenanti e più blandi, con un impostazione ritmica decisamente anche più lenta nella pronuncia; il che rispecchia alcuni aspetti tipici della tradizione meridionale.

Ma dai... Quali? Wink
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Ghisa
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Residenza: San Pellegrino Terme

MessaggioInviato: Gio Mar 25, 2004 5:50 pm    Oggetto: Rispondi citando

Endless ha scritto:
come sono legati alla forma mentis degli indigeni di ogni località, quello bergamasco è molto semplice e pratico, a tratti brutale un dialetto di chi ha voglia di fare e fa!
.


N.B. Il dialetto bergamasco è nato sui monti, dove gli "indigeni" avevano bisogno di pochissime parole x comunicare, dati i limitati concetti da esprimere.
Il bergamasco "moderno" è dato soprattutto dalla traduzione diretta dall'italiano.
Magari qualcuno si cimenta a tradurre anche parole "internettiane":
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Estevan
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MessaggioInviato: Gio Mar 25, 2004 8:26 pm    Oggetto: Rispondi citando

Credo anche che la fonetica dipenda molto anche dal contesto storico di una regione.
Per farla breve in matematichese....

bergamasco : longobardo = meridionale : arabo

Nella mia proporzione non c'è niente di razzista, volevo solo ricordare che la lingua meridionale ha una cantilena e parole (sopratutto nei dialetti) molto vicina all'arabo.

Lo stesso vale per noi. Il dialetto ha un suono duro, secco e deciso tipico delle zone longobarde (austria, germania...)

ciao cive
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Giorgio
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MessaggioInviato: Ven Mar 26, 2004 8:52 am    Oggetto: Rispondi citando

Estevan ha scritto:
bergamasco : longobardo = meridionale : arabo


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vinz
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MessaggioInviato: Ven Mar 26, 2004 9:41 am    Oggetto: Rispondi citando

Estevan ha scritto:
Credo anche che la fonetica dipenda molto anche dal contesto storico di una regione.

Bravo Estefan... La tua interpretazione è sicuramente quella più plausibile a spiegare la differenza tra il suono delle parole di un dialetto del nord e di un dialetto del sud. Very Happy
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