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[Endless]

E' sempre così.
Quando si conosce qualcuno da un po' di tempo, si tende ad assumere implicitamente di sapere quale sia il giusto peso che si deve dare alle sue parole avendo quindi l'innocente presunzione di conoscere quale sia la migliore interpretazione che di esse si possa fare.
Questa superficialità è il frutto di una gratuita sopravvalutazione delle nostre capacità di comprensione dello scritto e dell'ascolto e, allo stesso tempo, di una altrettanto impropria sottovalutazione della vera capacità espressiva di chi ci scrive o ci parla, magari da sempre.
Penso, ad esempio, a quando si intraprende una discussione con una persona appena incontrata: normalmente tendiamo a prestare molta attenzione alle sue parole, ai suoi gesti perchè vogliamo scoprirla, capirla o magari - perchè no? - anche solo difenderci.
Di fatto però il focus della nostra attenzione lo poniamo nel significato delle sue parole, non nel soggetto in sè: il risultato è una maggiore lucidità nella valutazione del suo pensiero in quel momento.
Allo stesso modo si dovrebbero cogliere le parole dei nostri parenti, amici, conoscenti e fidanzati per come realemente sono: e cioè... NUOVE; ascoltandole, leggendole e rileggendole TUTTE ogni volta si potrebbe infatti scacciare il fantasma della comodità delle facili conclusioni che i trascorsi con quella persona vorrebbero propinarci.
Perciò non possiamo mai fermarci al nome, al ruolo, al giudizio o al pregiudizio: è assolutamente il caso di andare oltre e di provare a passare attraverso; andiamo a fondo, riscopriamo il senso di tutte le parole, con umiltà... così come facciamo quando ci fermiamo per un momento, vestiti di una candida curiosità, ad annusare i fiori della nuova primavera, anche se magari potremmo dire di conoscere già quale è il loro profumo.
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Training autogeno: in caso di stress, eseguite il movimento in figura e ripetete:
"Amo il mio lavoro! Amo il mio lavoro! Amo il mio lavoro!"